Nuove soluzioni per i più piccoli e non.
Le classiche otturazioni dentarie con materiali compositi bianchi si fondano sul principio di eliminare tutto il tessuto cariato per potere poi ricostruire il dente. In caso di denti molto cariati o di bocche ad alto rischio carie capita che il trattamento non sia sufficiente e che sopraggiungano delle complicanze come sensibilità o infiltrazione dei margini delle otturazioni.
Un recente studio ha dimostrato che la vita media delle otturazioni sia di poco superiore a 5 anni e che una nuova otturazione possa avere un margine colpito da carie dopo appena 6 mesi.
Per questo motivo sono stati inventati e testati negli ultimi 10 anni materiali da otturazione bioattivi in grado di riparare il dente, permettendo di rimineralizzare la dentina cariata e ridurre l’invasività delle cure.
Ma da cosa sono i materiali “bioattivi”?
Sono materiali da otturazione composti da vetri dispersi in una matrice resinosa come ossido di silicio, ossido di calcio e ossido di fosforo che possono interagire con il corpo, permettendo la guarigione della dentina cariata o la formazione di nuova dentina. Per questo motivo vengono chiamati “bioattivi”, mentre i classici materiali da otturazione risultano inerti. Infatti a contatto con la superficie dei denti restaurati le otturazioni bioattive rilasciano ioni calcio, fosfato e fluoro che il dente utilizza per porre rimedio ai danni della carie e autoripararsi. Inoltre il rilascio continuo di ioni ha un effetto tossico sui batteri locali e previene i danni dovuti ai continui cambi del pH orale.